Presentazione del libro del Bascapè

Carlo è un santo vissuto ieri

che parla a chi vive oggi.

Queste pagine propongono una rievocazione di san Carlo redatta da uno dei suoi segretari, in seguito divenuto vescovo di Novara. Il Bascapé fu uno storico attento e rigoroso, oltre che un giurista capace e molto apprezzato.
Il suo scritto è il risultato fecondo di una meditazione prolungata, profondamente religiosa, sulla vita di un uomo che Dio ha misteriosamente convertito giorno dopo giorno. Lo ha progressivamente attratto a sé. Lo ha, infatti, condotto a vivere momenti intensi e prolungati di preghiera. Va, però, precisato che la preghiera di Carlo, prima che nascere da pensieri della mente o da sentimenti dell'animo, fluiva da un senso profondo di contatto personale con la persona di Gesù che Carlo avvertiva essergli sempre presente. Noi non conosciamo quali contorni fisici questa persona abbia assunto nel corso dei contatti con Carlo. Ma siamo sicuri che, per Carlo, Gesù era anzitutto una persona viva e incredibilmente attraente. Era una persona che Carlo non smetteva mai di scrutare e che lui capiva, amava e adorava. Gesù era una persona che gli parlava, lo guidava e lo rassicurava, faceva a lui intuire i piani di azione da intraprendere e lo spronava ad andare fino in fondo nella loro realizzazione pratica.

Ma questo non è tutto.

Gesù ha costituito per Carlo un insieme di valori da vivere quotidianamente. Il contatto particolarmente vivo e prolungato con la persona di Gesù ha finito per traghettare Carlo nell'universo di valori proprio di Gesù. In particolare, lo ha di fatto inserito nel mondo di valori nei quali Gesù ha vissuto sulla terra. Alla pari di Gesù, per Carlo diventava ogni giorno sempre più pungolante il trovare soluzioni efficaci ai bisogni infiniti di salvezza della vita che chi gli stava di fronte sperimentava. Carlo vedeva persone soffrire ed aveva sempre ben presente come il Gesù, che non lo lasciava mai un istante, valutava il tutto e voleva che Carlo lo affrontasse e portasse soluzioni pratiche e vincenti, soprattutto durature.
A questo punto si entra nella dimensione più misteriosa della vita di Carlo. Quella della penitenza.

Di fatto, Carlo piegò la sua vita terrena a un seguito davvero impressionante di rinunce e di mortificazioni. Alcune pratiche tutti le vedevano. Altre rimasero per sempre nel segreto. In ogni caso, i singoli gesti di penitenza nascevano da una condivisione profonda e incondizionata della scelta primaria operata da Gesù nella sua vita terrena: dare la propria vita e farla giungere a ogni uomo della terra perché nessuno vivesse più schiavo del male e della morte.
In tal modo, tutti i gesti di penitenza non erano affatto ricercati come imposizione di sofferenza da infliggere al corpo. Erano, al contrario, gesti di offerta di amore che la persona di Carlo offriva alla sua gente esattamente come Gesù li aveva offerti al Padre per l'intera umanità.

Come si vede, la preghiera e la penitenza di Carlo rappresentavano per lui ben più, anzi tutt'altro, che semplici gesti di un uomo religioso. Erano, infatti, espressioni di una invisibile ma sconvolgente comunione di vita con la persona di Gesù. Il loro valore primario stava, pertanto, proprio nella condivisione totale del destino di vita vissuto da Gesù che Carlo aveva deciso di fare proprio. In altri termini: Carlo decise di fare del complesso della sua vita proprio quello che Gesù aveva deciso di fare della propria.
Non per nulla il Bascapè collegò il segreto spirituale di Carlo alla scelta di poggiare la propria vita sulla Croce e sulla Eucaristia e di ricevere da esse luce e fervore per la sua azione di Vescovo splendidamente riformatore.

In tal modo, Carlo riuscì a compiere il miracolo di fare rivivere la fede in Gesù in una Chiesa fortemente in crisi che, tra l'altro, aveva perso in modo quanto mai preoccupante la coscienza della propria identità religiosa.

Queste precisazioni chiariscono due punti.

Il libro del Bascapè riesce in modo molto vivo, soprattutto verisimile e fedele, a ricostruire la santità di Carlo. Così, riesce a portare in primo piano lo specifico della santità di Carlo e, allo stesso tempo, precisa le ragioni della fondamentale importanza di questa santità per la Chiesa di Milano.

Contestualmente a tutto ciò, va richiamato il fatto che oggi la Chiesa di Milano e alla pari lo stesso mondo odierno hanno un bisogno estremo di scritti come questo perché hanno bisogno di ritrovare il baricentro della fede religiosa. Oggi, infatti, la tendenza prevalente è data dal centrare la fede sull'individuo e sul mondo anziché poggiarla su Gesù e su Dio. Il rischio è, quindi, di vivere una fede che collega a se stessi o al proprio mondo senza più riuscire a collegare con Gesù e a Dio. E, Gesù, da persona fatta di carne e di ossa diventa un concetto privo della sua carne e delle sue ossa.

Si può allora affermare con semplicità e con convinzione che questo è un libro fondamentale che rievoca una vita fondamentale.

Pio X ha descritto in modo perfetto come e quanto san Carlo sia stato il genio pratico della riforma ecclesiastica post-tridentina. Lo fece ricordando che Carlo fu capace di risvegliare «in molti la fede sopita e quasi estinta, corroborandola con provvide leggi e istituzioni, rialzando la caduta disciplina e riconducendo strenuamente i costumi del popolo ad un tenore di vita cristiana».