Ufficio delle letture - Ambrosiano
Mercoledì della 2^ settimana del tempo ordinario
settimana della 2^ Domenica dopo Epifania
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria. Alleluia.
INNO
I Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:
Non sono impallidite ancora in cielo
l’ultime stelle, e già dal sonno, o Dio,
sorge la Chiesa a mattinar lo Sposo
con animo adorante.
Così ci sia donato,
dopo la lunga notte,
di varcare le soglie del tuo regno
inni cantando a te con cuore nuovo.
O Trinità beata,
a te, suprema fonte dell’essere,
il coro dei redenti
leva felice l’inno nei secoli. Amen.
II Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:
Dio fece le due luci grandi… e le stelle (Gn 1, 16).
Tu che l’immensa volta del cielo
stupendamente di luce avvampi
e di vaghi colori
adorni la bellezza del creato;
tu che nel quarto giorno hai voluto
il fiammeggiante globo del sole
e l’alternante gioco della luna
e il nitido corso degli astri,
così scandendo nell’ordine il tempo
e misurando le notti
e i giorni e i mesi e gli anni,
ascolta, Padre, la nostra preghiera.
Sciogli l’orrido gelo della colpa,
rischiara il cuore degli uomini,
impreziosisci l’anima
della tua santa grazia.
Noi t’imploriamo, o Dio,
per il tuo Figlio unigenito
che regna con te nei secoli
e con lo Spirito santo. Amen.
CANTICO DEI TRE GIOVANI
Cfr. Dn 3, 52-56
Ogni creatura lodi il Signore
Il Creatore è benedetto nei secoli (Rm 1, 25).
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
e siedi sui cherubini, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Gloria.
SALMODIA
Salmo 38
Preghiera nella malattia
La creazione è stata sottomessa alla caducità non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa (Rm 8, 20).
I (2-7)
Ant. Porrò un freno alla mia bocca *
mentre l’empio mi sta dinanzi.
Ho detto: «Veglierò sulla mia condotta *
per non peccare con la mia lingua;
porrò un freno alla mia bocca *
mentre l’empio mi sta dinanzi».
Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene, *
la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.
Ardeva il cuore nel mio petto, *
al ripensarci è divampato il fuoco;
allora ho parlato: *
«Rivelami, Signore, la mia fine;
quale sia la misura dei miei giorni *
e saprò quanto è breve la mia vita».
Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni, *
la mia esistenza davanti a te è un nulla.
Solo un soffio è ogni uomo che vive, *
come ombra è l’uomo che passa;
solo un soffio che si agita, *
accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.
Gloria.
Ant. Porrò un freno alla mia bocca *
mentre l’empio mi sta dinanzi.
II (8-14)
Ant. Ascolta la mia preghiera, Signore, *
porgi l’orecchio al mio grido.
Ora, che attendo, Signore? *
In te la mia speranza.
Liberami da tutte le colpe, *
non rendermi scherno dello stolto.
Sto in silenzio, non apro bocca, *
perché sei tu che agisci.
Allontana da me i tuoi colpi: *
sono distrutto sotto il peso della tua mano.
Castigando il suo peccato tu correggi l’uomo, †
corrodi come tarlo i suoi tesori. *
Ogni uomo non è che un soffio.
Ascolta la mia preghiera, Signore, *
porgi l’orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime, †
poiché io sono un forestiero, *
uno straniero come tutti i miei padri.
Distogli il tuo sguardo, che io respiri, *
prima che me ne vada e più non sia.
Gloria.
Ant. Ascolta la mia preghiera, Signore, *
porgi l’orecchio al mio grido.
Salmo 51
Contro un calunniatore
Chi si vanta si vanti nel Signore (1 Cor 1, 31).
Ant. Mi abbandono alla fedeltà di Dio *
ora e per sempre.
Perché ti vanti del male, *
o prepotente nella tua malizia?
Ordisci insidie ogni giorno; †
la tua lingua è come lama affilata, *
artefice di inganni.
Tu preferisci il male al bene, †
la menzogna al parlare sincero. *
Ami ogni parola di rovina, o lingua di impostura.
Perciò Dio ti demolirà per sempre, †
ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda *
e ti sradicherà dalla terra dei viventi.
Vedendo, i giusti saran presi da timore *
e di lui rideranno:
«Ecco l’uomo che non ha posto in Dio la sua difesa +
ma confidava nella sua grande ricchezza *
e si faceva forte dei suoi crimini».
Io invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. †
Mi abbandono alla fedeltà di Dio *
ora e per sempre.
Voglio renderti grazie in eterno *
per quanto hai operato;
spero nel tuo nome, perché è buono, *
davanti ai tuoi fedeli.
Gloria.
Ant. Mi abbandono alla fedeltà di Dio *
ora e per sempre.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
Tu sei benedetto, Signore.
Amen.
PRIMA LETTURA
Dalla lettera ai Romani di san Paolo, apostolo
Rm 6, 1-11
Morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù
Che diremo? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia? È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato? O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
RESPONSORIO
A te ho gridato,
e tu mi hai guarito, Signore.
Mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita
perché non scendessi nella tomba.
Ti esalterò perché mi hai liberato
e su di me, Signore,
non hai lasciato esultare i miei nemici.
Mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita
perché non scendessi nella tomba.
SECONDA LETTURA
Dal «Commento a dodici Salmi» di sant’Ambrogio, vescovo.
Sal XXXVI, 36-37
Tutto l’uomo è stato rinnovato in Cristo
Cristo è apparso nella carne: è lui nostra vita in tutto. La sua divinità è vita, la sua eternità è vita, la sua carne è vita, la sua passione è vita. Perciò anche Geremia ha detto: «Alla sua ombra vivremo» (Lam 4, 20). Ombra delle ali è l’ombra della croce, l’ombra della passione. La sua morte è vita, la sua ferita è vita, la sua sepoltura è vita, la sua risurrezione è vita di tutti. Vuoi sapere che potenza di vita sia la sua morte? «Nella sua morte siamo stati battezzati, per camminare con lui in novità di vita» (Rm 6, 4). Ed egli stesso ci dice: «In verità, in verità vi dico: se il chicco di frumento non cade in terra e non muore, rimane un chicco solo. Ma se morirà, ecco che produce messe abbondante» (Gv 12, 24). È lui il chicco, che si è dissolto ed è morto nel suo corpo per noi, per produrre in noi una messe abbondante. E così la sua morte è messe di vita. Quello dunque che è stato fatto in lui, è vita. Carne è stata fatta in lui: è vita. Morte è stata fatta in lui: è vita. Remissione dei peccati è stata fatta in lui: è vita. Ferita è stata fatta in lui: è vita. Scherno è stato fatto in lui: è vita. Spartizione è stata fatta in lui: è vita. Sepoltura è stata fatta in lui: è vita. Risurrezione è stata fatta in lui: è vita. Guarda quante cose sono state fatte in lui! Da esse è stato prodotto il capovolgimento della nostra esistenza, che era rovinata e che ci è stata restituita. Infine, vendita è stata fatta in lui: è vita. Riscatto è stato fatto in lui: è vita. È stato venduto da Giuda per essere ucciso; è stato acquistato dai Giudei per essere ucciso, per fare vivere noi, riscattati dal suo sangue prezioso. Questa è la vita che è stata fatta; questa la vita che è apparsa; questa la vita che abbiamo visto; questa è la vita che era presso il Padre: poiché proprio lui, che era in principio, è nato da una vergine, per essere vita per chi era destinato alla morte.
Chiediamolo a questo stesso passo che ci sta dinanzi! Che cosa vuol dire: «Uomo in Cristo»? Vuol dire: fatto in Cristo, in cui tutto è stato fatto: «Sedi e dominazioni, principati e potestà, tutto per mezzo suo e in lui è stato creato, e lui è prima di tutti e tutto sussiste in lui» (Col 1, 16-17), cioè nella sua potenza. Dunque, «uomo in Cristo» è chi è stato fatto a sua immagine e somiglianza; «uomo in Cristo» è chi sta totalmente in Cristo. Infatti come Dio, per unità e pienezza di divinità – Dio Padre –, è tutto nel Figlio e il Figlio nel Padre, così l’uomo è totalmente in Cristo grazie alla sua tensione e al suo senso religioso (si tratta ovviamente di una analogia, non di una identità!). Infatti, «chi sta unito al Signore, forma con lui un solo spirito» (1 Cor 6, 17). «Uomo in Cristo» dunque non è l’uomo della terra, l’uomo del peccato, ma l’uomo di Cristo. Perché dunque ti turba l’espressione: «Quello che è stato fatto in lui, è vita?» (cfr. Gv 1, 3-4). Anche l’uomo, specificamente quello interiore, è stato fatto in lui, è stato sepolto in lui, sepolto insieme con lui, risuscitato in lui. Perché dunque ti turba, ripeto, la frase: «Quello che è stato fatto in lui, è vita», se è vero che un uomo ha detto: «In Dio faremo grandi cose» (Sal 59, 14)? Se chiedi quale sia questa vita, se ti turba quello che è stato fatto in lui, eccoti la risposta: questa vita è senza dubbio la Chiesa! In lui è stata creata, con la sua costola; in lui è stata resuscitata Eva. Ma Eva è vita (cioè, quello che è stato fatto), poiché Eva, che era perduta, è stata fatta salva per mezzo della Chiesa (cioè, come sta scritto, per mezzo della generazione dei propri figli, poiché una sana discendenza ha emendato lo sbaglio della capostipite). Perciò anche Paolo è stato rapito verso la vita, lui che prima era persecutore di morte.
INNO Laus angelorum magna (laudabiliter)
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
Signore Dio, Re del cielo.
Dio Padre onnipotente, *
Gesù Cristo e Spirito santo.
Signore Dio, *
Figlio del Padre.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
abbi pietà di noi.
Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
e dalle tentazioni.
Perché tu solo il santo, *
tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.
Ogni giorno ti benediciamo, *
e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Benedetto sei tu, Signore; *
mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
e perdona tutti i miei peccati.
Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
mi aiutino i tuoi giudizi.
Come pecora smarrita vado errando; *
cerca il tuo servo
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
perché siamo troppo infelici: *
aiutaci, Dio, nostra salvezza.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
degno di lode e di gloria nei secoli. Amen.
ORAZIONE
Stendi benevolo la tua destra, o Padre,
e donaci il soccorso della divina potenza.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Quando l’Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell’orazione riportata si può sempre dire l’orazione seguente:
Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
CONCLUSIONE
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.