Ufficio delle letture - Ambrosiano
Venerdì della 5^ settimana di Pasqua
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria. Alleluia.
INNO
I Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:
Tu che l’arcana voce di Dio
unico Figlio proclama,
o contemplata gloria degli angeli,
sei la salvezza e il vigore del mondo.
Cibo, bevanda, senso alla fatica
tu sei, dolcezza alla quiete, Cristo;
ogni disgusto, ogni triste livore
dall’anima disperdi.
Lieto splendore che vinci le tenebre,
dall’odioso Nemico salvaci;
sciogli dall’impaccio delle colpe e guidaci
alla dimora del cielo.
Al Padre, eterno Signore dei secoli,
all’Unigenito amato, allo Spirito
dal coro dei credenti
gioiosamente si levi il cantico. Amen.
II Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:
Dio disse: «Facciamo l’uomo e dòmini» (Gn 1, 26).
L’alta tua fantasia
ha popolato, Signore, la terra,
con ordinata sapienza chiamando
e fiere e rettili e bestie del campo.
E, quasi re, sugli animali ignari
hai posto l’uomo, tua vivente immagine,
dell’universo coscienza e voce:
e così fu compiuto il sesto giorno.
La nostra nobiltà difendi, o Dio,
salva l’uomo dal male
che contamina il cuore
e i tuoi figli avvilisce.
La grazia accordi l’animo alla lode:
ogni groviglio di contesa sciogli,
prosperi nella pace il nostro giorno,
salvaci nella gioia.
A te leviamo, Padre, la supplica
per Gesù Cristo tuo Figlio
che nello Spirito santo
regna con te nei secoli. Amen.
CANTICO DEI TRE GIOVANI
Cfr. Dn 3, 52-56
Ogni creatura lodi il Signore
Il Creatore è benedetto nei secoli (Rm 1, 25).
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
e siedi sui cherubini, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Gloria.
SALMODIA
Salmo 34, 1-2, 3c. 9-19. 22-23. 27-28
Il Signore salva nella persecuzione
Cristo con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna (Eb 9, 12).
I (1-2. 3c. 9-12)
Ant. Esulterò nel Signore *
per la gioia della sua salvezza. Alleluia.
Signore, giudica chi mi accusa, *
combatti chi mi combatte.
Afferra i tuoi scudi *
e sorgi in mio aiuto.
Di’ all’anima mia: *
«Sono io la tua salvezza».
Io invece esulterò nel Signore *
per la gioia della sua salvezza.
Tutte le mie ossa dicano: «Chi è come te, Signore, †
che liberi il debole dal più forte, *
il misero e il povero dal predatore?».
Sorgevano testimoni violenti, *
mi interrogavano su ciò che ignoravo,
mi rendevano male per bene: *
una desolazione per la mia vita.
Gloria.
Ant. Esulterò nel Signore *
per la gioia della sua salvezza. Alleluia.
II (13-16)
Ant. Riecheggiava nel mio petto *
la mia preghiera. Alleluia.
Io, quand’erano malati, vestivo di sacco, †
mi affliggevo col digiuno, *
riecheggiava nel mio petto la mia preghiera.
Mi angustiavo come per l’amico, per il fratello, *
come in lutto per la madre mi prostravo nel dolore.
Ma essi godono della mia caduta, si radunano, *
si radunano contro di me per colpirmi all’improvviso.
Mi dilaniano senza posa, †
mi mettono alla prova, scherno su scherno, *
contro di me digrignano i denti.
Gloria.
Ant. Riecheggiava nel mio petto *
la mia preghiera. Alleluia.
III (17-19. 22-23. 27-28)
Ant. Ti loderò, Signore, *
nella grande assemblea. Alleluia.
Fino a quando, Signore, starai a guardare? †
Libera la mia vita dalla loro violenza, *
dalle zanne dei leoni l’unico mio bene.
Ti loderò nella grande assemblea, *
ti celebrerò in mezzo a un popolo numeroso.
Non esultino su di me i nemici bugiardi, *
non strizzi l’occhio chi mi odia senza motivo.
Signore, tu hai visto, non tacere; *
Dio, da me non stare lontano.
Dèstati, svégliati per il mio giudizio, *
per la mia causa, Signore mio Dio.
Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, †
dica sempre: «Grande è il Signore *
che vuole la pace del suo servo».
La mia lingua celebrerà la tua giustizia, *
canterà la tua lode per sempre.
Gloria.
Ant. Ti loderò, Signore, *
nella grande assemblea. Alleluia.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
Tu sei benedetto, Signore.
Amen.
Benedicimi, Padre.
Per Cristo, che è via e verità, la divina Maestà ci benedica.
Amen.
PRIMA LETTURA
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo
Ap 22, 1-9
Il fiume di acqua viva
L'angelo mi mostrò un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello (cfr. Gn 2, 10; Ez 47, 1). In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni (cfr. Gn 2, 9; Ez 47, 12).
E non vi sarà più maledizione.
Il trono di Dio e dell'Agnello
sarà in mezzo a lei
e i suoi servi lo adoreranno;
vedranno la sua faccia (cfr. Mt 5, 8)
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte
e non avranno più bisogno di luce di lampada,
né di luce di sole,
"perché il Signore Dio li illuminerà
e regneranno nei secoli dei secoli" (Is 60, 20).
Poi mi disse: «Queste parole sono certe e veraci. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve. Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».
Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate. Ma egli mi disse: «Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare».
RESPONSORIO
Mi mostrò un fiume d'acqua viva
che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.
I suoi servi lo adoreranno
e vedranno il suo volto.
E regneranno nei secoli dei secoli.
Alleluia.
Si sazieranno dell'abbondanza della tua casa
li disseterai al torrente delle tue delizie.
E regneranno nei secoli dei secoli.
Alleluia.
Benedicimi, Padre.
La grazia dello Spirito santo illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
Amen.
SECONDA LETTURA
Dal Trattato su «Isacco e l’anima» di sant’Ambrogio, vescovo
8, 74-77
Nell’amore risplenda la nostra fede
Noi nasciamo là dove rinasciamo. E sono partorite quelle anime in cui si forma l'immagine di Cristo. Perciò anche quel grande disse: «Figlioletti miei, che io partorisco, fino a quando si formi Cristo in voi» (Gal 4, 19): partorisce, infatti, colui che riceve nelle sue viscere lo Spirito della salvezza e lo infonde negli altri.
Pertanto, siccome ormai Cristo era già stato effigiato in quest'anima, essa gli dice: «Mettimi a mo' di segno nel tuo cuore, a mo' di sigillo nel tuo braccio» (Ct 8, 6). Cristo è il segno sulla fronte, è il segno nel cuore: sulla fronte, affinché sempre lo professiamo; nel cuore, perché sempre lo amiamo; il segno nel braccio, perché sempre operiamo. Risplenda, dunque, la sua immagine nella nostra professione di fede, risplenda nel nostro amore, risplenda nelle opere e nei fatti, in modo che, se possibile, tutto l'aspetto di Cristo si esprima in noi. Sia lui la nostra testa, perché «la testa dell'uomo è Cristo» (1 Cor 11, 3); sia lui il nostro occhio, perché per mezzo di lui possiamo vedere il Padre; sia lui la nostra voce, perché per mezzo di lui possiamo parlare al Padre; sia lui la nostra mano destra perché per mezzo suo possiamo portare al Padre il nostro sacrificio; egli è anche il nostro segno, che è distintivo di perfezione e di amore, poiché il Padre ha segnato con il suo segno il Figlio che amava, così come leggiamo: «Colui che il Padre Iddio ha segnato» (Gv 6, 27). L'amore nostro, dunque, è Cristo. Buono è l'amore, dal momento che Cristo si è offerto alla morte per i nostri peccati, buono è l'amore che ha rimesso i nostri peccati.
Pertanto la nostra anima indossi l'amore e un amore tale «che sia forte come la morte» (Ct 8, 6), perché, come la morte è la fine dei peccati, così lo è l'amore, in quanto colui che ama il Signore smette di peccare. Che «l'amore non pensa il male e non gode dell'iniquità, ma sopporta ogni cosa» (1 Cor 13, 5-7). Infatti colui che non cerca quello che è suo, come può cercare le cose altrui? È forte anche quella morte che avviene attraverso il battesimo, grazie alla quale viene sepolto ogni peccato e viene rimessa ogni colpa. Tale era l'amore che arrecava la donna del vangelo, di cui il Signore dice: «Le sono stati rimessi i suoi molti peccati, perché ha amato molto» (Lc 7, 47). È forte anche la morte dei santi martiri, che distrugge la colpa precedente, e per questo è forte, perché non è inferiore a essa l'amore, perché essa si fa eguale alla passione dei martiri per cancellare la meritata punizione delle colpe commesse.
Anche «la gelosia è come l'inferno» (Ct 8, 6), perché chi ha la gelosia di Dio per amor di Cristo non risparmia nemmeno ciò che è suo. Perciò l'amore possiede la morte e l'amore possiede la gelosia e ali di fuoco possiede l'amore. Tanto è vero che Cristo, che amava Mosè, gli apparve nel fuoco, e Geremia, che aveva dentro di sé il dono dell'amore di Dio, diceva: «E c'era un fuoco ardente nelle mie ossa e io mi sono dissolto da ogni parte e non potevo sopportare» (Gr 20, 9). Buono è dunque l'amore che ha ali di fuoco ardente, che vola per il petto e il cuore dei santi e brucia tutto quello che c'è di materiale e di terreno, mentre mette alla prova tutto quello che è puro e migliora con il suo fuoco tutto quello che tocca. Questo fuoco ha mandato in terra il Signore Gesù: da allora è brillata la fede, si è accesa la devozione, si è illuminata la carità, rifulse la giustizia.
INNO Laus angelorum magna (laudabiliter)
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
Signore Dio, Re del cielo.
Dio Padre onnipotente, *
Gesù Cristo e Spirito santo.
Signore Dio, *
Figlio del Padre.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
abbi pietà di noi.
Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
e dalle tentazioni.
Perché tu solo il santo, *
tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.
Ogni giorno ti benediciamo, *
e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Benedetto sei tu, Signore; *
mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
e perdona tutti i miei peccati.
Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
mi aiutino i tuoi giudizi.
Come pecora smarrita vado errando; *
cerca il tuo servo
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
perché siamo troppo infelici: *
aiutaci, Dio, nostra salvezza.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
degno di lode e di gloria nei secoli. Amen.
ORAZIONE
Dona, Padre, ai tuoi servi
di rincuorarsi nella speranza
e di arrivare così alla gloria eterna,
poi che il Figlio tuo, primizia dei risorti,
si ridestò dalla morte,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Quando l’Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell’orazione riportata si può sempre dire l’orazione seguente:
Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
CONCLUSIONE
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.