Ufficio delle letture - Ambrosiano

Giovedì della  31^  settimana del Tempo Ordinario
settimana 2^  Domenica dopo la Dedicazione della Cattedrale

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O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.


Gloria. Alleluia.

INNO

I         Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

Vita di tutti, Cristo Redentore,
o Giudice tremendo, unico Re,
odi pietoso la supplica e accogli
benignamente il canto.

Grata la lode nella notte ascenda
a te, divina Luce,
e l’eco dell’eterna melodia
consoli e allieti i cuori.

Di gioiosa innocenza adorna i giorni,
pensieri ispira di vita immortale,
in ogni azione nostra
sfavilli la tua gloria.

A te, suprema fonte dell’essere,
o Trinità beata,
la Chiesa dei redenti
leva felice l’inno nei secoli. Amen.

II         Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra»
(Gn 1, 20).

Al quinto giorno tutto ciò che vive
hai tratto, o Dio, dall’acque primordiali:
guizzano i pesci nel mare,
gli uccelli si rincorrono nell’aria.

Nati nell’onda del santo lavacro,
rigeneràti dal sangue di Cristo,
serbaci liberi e puri
nella preziosa vita della grazia.

Non ci avvilisca la colpa
né la superba innocenza ci illuda,
il cuore nell’orgoglio non si esalti
né si deprima per le sue cadute.

Così ti implora il tuo popolo, o Padre,
per Cristo Redentore
che nello Spirito santo
regna con te nei secoli. Amen.

CANTICO DEI TRE GIOVANI
Cfr. Dn 3, 52-56
Ogni creatura lodi il Signore
Il Creatore è benedetto nei secoli (Rm 1, 25).

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
e siedi sui cherubini, *
degno di lode e di gloria nei secoli.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.

Gloria.

SALMODIA
Salmo 88, 39-53
Lamento sulla rovina della casa di Davide
Ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo (Lc 1, 69).

IV (39-46)

Ant. Non far trionfare, o Signore, *
la destra dei nostri nemici.


Tu, Signore, lo hai respinto e ripudiato, *
ti sei adirato contro il tuo consacrato;

hai rotto l’alleanza con il tuo servo, *
hai profanato nel fango la sua corona.

Hai abbattuto tutte le sue mura, *
e diroccato le sue fortezze;

tutti i passanti lo hanno depredato, *
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.

Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali, *
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.

Hai smussato il filo della sua spada *
e non l’hai sostenuto nella battaglia.

Hai posto fine al suo splendore, *
hai rovesciato a terra il suo trono.

Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza *
e lo hai coperto di vergogna.

Gloria.

Ant. Non far trionfare, o Signore, *
la destra dei nostri nemici.


V (47-53)

Ant. Ricordati o Signore, le tue grazie di un tempo, *
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide.

Fino a quando, Signore, continuerai a tenerti nascosto, *
arderà come fuoco la tua ira?

Ricorda quant’è breve la mia vita. *
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?

Quale vivente non vedrà la morte, *
sfuggirà al potere degli inferi?

Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo *
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?

Ricorda, Signore, l’oltraggio dei tuoi servi: *
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,

con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, *
insultano i passi del tuo consacrato.

Benedetto il Signore in eterno. *
Amen, amen.

Gloria.

Ant. Ricordati o Signore, le tue grazie di un tempo, *
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide.

Salmo 89
Su di noi sia la bontà del Signore
Davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo (2Pt 3, 8).

Ant. Si manifesti ai tuoi servi *
la tua opera, o Signore.

Signore, tu sei stato per noi un rifugio *
di generazione in generazione.

Prima che nascessero i monti †
e la terra e il mondo fossero generati, *
da sempre e per sempre tu sei, Dio.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere *
e dici: «Ritornate, figli dell’uomo».

Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, *
come un turno di veglia nella notte.

Li annienti: li sommergi nel sonno; *
sono come l’erba che germoglia al mattino:

al mattino fiorisce, germoglia, *
alla sera è falciata e dissecca.

Perché siamo distrutti dalla tua ira, *
siamo atterriti dal tuo furore.

Davanti a te poni le nostre colpe, *
i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.

Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira, *
finiamo i nostri anni come un soffio.

Gli anni della nostra vita sono settanta, *
ottanta per i più robusti,

ma quasi tutti sono fatica, dolore; *
passano presto e noi ci dileguiamo.

Chi conosce l’impeto della tua ira, *
e il tuo sdegno, con il timore a te dovuto?

Insegnaci a contare i nostri giorni *
e giungeremo alla sapienza del cuore.

Volgiti, Signore; fino a quando? *
Muoviti a pietà dei tuoi servi.

Saziaci al mattino con la tua grazia: *
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.

Rendici la gioia per i giorni di afflizione, *
per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera *
e la tua gloria ai loro figli.

Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: †
rafforza per noi l’opera delle nostre mani, *
l’opera delle nostre mani rafforza.

Gloria.

Ant. Si manifesti ai tuoi servi *
la tua opera, o Signore.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Tu sei benedetto, Signore.
Amen.

Benedicimi, Padre.
Per Cristo, che è via e verità, la divina Maestà ci benedica.
Amen.

PRIMA LETTURA
Dal libro del profeta Geremia
Ger 31, 15-22. 27-34

Annunzio della salvezza e di una nuova speranza

Così dice il Signore.
«Una voce si ode da Rama,
lamento e pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli,
rifiuta d'essere consolata
perché non sono più».
Dice il Signore:
«Trattieni la voce dal pianto,
i tuoi occhi dal versare lacrime,
perché c'è un compenso per le tue pene;
essi torneranno dal paese nemico.
C’è una speranza per la tua discendenza:
i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini.
Ho udito Efraim rammaricarsi:
Tu mi hai castigato e io ho subito il castigo
come un giovenco non domato.
Fammi ritornare e io ritornerò,
perché tu sei il Signore mio Dio.
Dopo il mio smarrimento,
mi sono pentito;
dopo essermi ravveduto,
mi sono battuto l'anca.
Mi sono vergognato e ne provo confusione,
perché porto l'infamia della mia giovinezza.
Non è forse Efraim un figlio caro per me,
un mio fanciullo prediletto?
Infatti, dopo averlo minacciato,
me ne ricordo sempre più vivamente.
Per questo le mie viscere si commuovono per lui,
provo per lui profonda tenerezza».
Oracolo del Signore.
Pianta dei cippi,
metti pali indicatori,
sta' bene attenta alla strada,
alla via che hai percorso.
Ritorna, vergine di Israele,
ritorna alle tue città.
Fino a quando andrai vagando,
figlia ribelle?
Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra:
la donna cingerà l'uomo!
«Ecco, verranno giorni – dice il Signore – nei quali renderà feconda la casa di Israele e la casa di Giuda per semenza di uomini e di bestiame. Allora, come ho vegliato su di essi per sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, cosi veglierà su di essi per edificare e per piantare». Parola del Signore.
In quei giorni non si dirà più:
«I padri han mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati! ».
Ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; si allegheranno i denti solo a chi mangia l’uva acerba.
«Ecco, verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderà una alleanza nuova. Non come l'alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. - Parola del Signore -. Questa sarà l'alleanza che io concluderà con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo.
Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dai più piccolo al più grande, - dice il Signore -; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».

RESPONSORIO
«Ecco, verranno giorni
nei quali io concluderò un'alleanza nuova».
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.

Questo calice è la mia alleanza
nel mio sangue» – dice il Signore –.
Allora la nostra bocca si apre al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.

Benedicimi, Padre.
La grazia dello Spirito santo illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
Amen.

SECONDA LETTURA
Dal trattato su «La verginità» di sant’Ambrogio, vescovo
51-56

Cristo batte alla porta

Lo stesso Signore Gesù ci insegna dove cercarlo, dicendo: «Io sono fiore del campo e giglio delle valli; come giglio tra le spine» (Ct 2, 1. 2). Ecco un altro luogo dove il Signore suole trovarsi; e non in uno solo anzi, ma in molti: «Io», egli dice, «sono fiore del campo», poiché abita nell'aperta semplicità dell'anima pura. «E giglio delle valli», perché fiore di umiltà è Cristo, non di lussuria, non di voluttà, non di lascivia; ma fiore di semplicità, fiore di umiltà. «Come giglio fra le spine», e non cresce infatti questo fiore odoroso tra le aspre fatiche e la contrizione del cuore, poiché Dio viene placato dal cuore contrito?
Questo, figlie, è il deserto che conduce al cielo; ed è anche il deserto che fiorisce come giglio, secondo che sta scritto: «Rallegrati, terra sterile, ed esulta, deserto, e fiorisci come giglio» (Is 35, 1). In questo deserto, o figlie, quell'albero buono, fruttifero, che dà buoni frutti, comincia a stendere le braccia delle sue sante azioni, e sollevare la sua cima divina. Presso di esso divengano fruttiferi gli alberi nostri selvatici, perché: «Quale un melo fra piante selvatiche, tale è il mio amato tra i giovani» (Ct 2, 3). E vedendo questo la Chiesa si allieti e gioisca dicendo: «All'ombra di lui bramosa mi assido, e il suo frutto è dolce al mio palato» (Ct 2, 3).
Vedendo questo la Chiesa, dico, lieta della fecondità della nostra fede, esclami: «Conducetemi alla dispensa del vino, ordinate in me la carità» (Ct 2, 4). La carità non può stare senza la fede, perché la speranza, la fede e la carità sono come tre pegni della Chiesa. Premessa la speranza, stabilita la fede, la carità viene ordinata ed é compaginata la Chiesa.
Hai dunque imparato dove cercare Cristo; impara ora come tu possa meritare che egli ti cerchi. Invoca lo Spirito santo e digli: «Levati, Aquilone, e vieni, Austro; soffia nel mio giardino, e ne stillino gli aromi; venga il mio diletto nel suo giardino e mangi il frutto dei suoi alberi» (Ct 4, 16; 5, 1). Il giardino del Verbo è l'affetto di un'anima che non inaridisce mai, e i suoi frutti si colgono nel giardino delle sue virtù.
Egli dunque viene; e sia che tu mangi, sia che tu beva, se lo invochi, egli viene dicendo: «Venite, mangiate i miei pani e bevete il mio vino» (Prv 9, 5); e anche se tu dormi, egli batte alla porta. Viene frequentemente, ripeto, e stende la mano per la finestra; tuttavia non sempre né a tutti, ma a quell'anima che può dire: «Ho svestita di notte la tunica» (Ct 5, 3). Infatti nella notte di questo secolo prima tu devi deporre la veste della vita carnale; poiché il Signore si svestì della sua carne a fine di trionfare per te delle dominazioni e delle potestà del secolo.
«Come indossarla ancora?». Ecco ciò che dice l'anima amante di Dio. Si è spogliata dell'attività sensibile e dei costumi terreni al punto che, quand'anche lo volesse, non saprebbe come rivestirsene. «Come indossarla ancora?», cioè, con quale vergogna? con quale onta? e poi con quale ricordo? Poiché l'abito virtuoso ha cancellato fin le tracce della passata malizia.

INNO Laus angelorum magna (laudabiliter)
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.

Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
Signore Dio, Re del cielo.

Dio Padre onnipotente, *
Gesù Cristo e Spirito santo.

Signore Dio, *
Figlio del Padre.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
accogli la nostra supplica.

Tu che siedi alla destra del Padre, *
abbi pietà di noi.

Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.

Liberaci dai nemici *
e dalle tentazioni.

Perché tu solo il santo, *
tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,

Gesù Cristo, *
nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.

Ogni giorno ti benediciamo, *
e lodiamo il tuo nome per sempre.

Dégnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.

Benedetto sei tu, Signore; *
mostrami il tuo volere.

Vedi la mia miseria e la mia pena *
e perdona tutti i miei peccati.

Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
la lode al nostro Dio.

Possa io vivere per lodarti: *
mi aiutino i tuoi giudizi.

Come pecora smarrita vado errando; *
cerca il tuo servo
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
perché siamo troppo infelici: *
aiutaci, Dio, nostra salvezza.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
degno di lode e di gloria nei secoli. Amen.

ORAZIONE
Ci difenda, Padre, la tua protezione
e ci preservi da ogni azione ingiusta.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Quando l’Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell’orazione riportata si può sempre dire l’orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.