Il Monte del Precipizio
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Il Vangelo di Luca racconta che Gesù, dopo aver predicato nella sinagoga di Nazareth, fu condotto dai suoi concittadini presso un precipizio, per esservi scaraventato.
"All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma Egli passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. Lc 4, 28-30
La tradizione cristiana ha identificato questo luogo con la cima del monte precipizio, in ebraico “Har Qedumin”, in arabo “Jebel el-Qafse”.
Il monte, alto 397 metri, costituisce un dislivello di 150-200 m rispetto al terreno circostante.
Si trova a sud-est del centro di Nazareth e dista dalla Basilica dell’Annunciazione 2 km in linea d’aria.
In epoca crociata, a ricordo di una tradizione apocrifa, secondo la quale Gesù riuscì a salvarsi facendo un grande salto, il luogo fu chiamato “Saltus Domini”.
Sul monte si trovano diverse grotte al cui interno, negli anni Trenta furono scoperti i resti scheletrici di un uomo e un bambino di circa 100 mila anni fa.
Le molte grotte naturali che si aprono lungo il monte furono utilizzate fin dal IX secolo come luoghi di preghiera e di vita ascetica dai monaci.
Del loro passaggio rimangono solo alcune tracce: due eremi rupestri, ricavati nella roccia sono visibili lungo il pendio più scosceso del monte, resti di graffiti sulla roccia, di un altare e frammenti di ceramica di età bizantina, sono le uniche tracce rimaste dell’antico monastero.
Circa 400 metri più a nord, si trovano le rovine di una cappella francescana, costruita nel 1800 sui resti di una precedente di epoca crociata, dedicata alla “Nostra Signora della paura”.
Qui si ricordano il timore e lo spavento che presero Maria, nel vedere Gesù in procinto di essere lanciato giù dal monte.