Il giorno del Signore nel rito romano

Domenica della  29^  settimana del Tempo Ordinario
nel Rito Romano

Correggi con forza in te
l'abitudine che spinge l'uomo

a stabilire cosa deve fare Dio.

Sei tu che ti devi adattare a Dio. Se lo capisci e lo vivi, scoprirai ben presto che anche Lui si adatta a te. Così, tutto cambierà in te e anche attorno a te. Dio ti cambierà. Perderai prepotenza, superbia, arroganza. Divenuto forte con te stesso, saprai essere amorevole con tutti. Questo è uno dei segreti della felicità che Dio dona a chi si fa suo seguace.

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19  ottobre 2025

La prima Lettura
parla di preghiera.
Qui, importante
è condurre subito l'attenzione
su di un particolare.
Esodo inquadra le sue affermazioni
all'interno del contesto molto naturale
della vita quotidiana.
Chi legge non è dunque condotto
dentro gli spazi
di un luogo destinato alla preghiera.
Gli stessi attori della scena
sono ripresi mentre sono schiacciati
da eventi molto foschi
che stanno per sopraggiungere su di loro.
Esodo colloca così chi legge
dentro la concretezza ruvida
delle pieghe della vita.
Parte, infatti, con queste parole:
"In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm".

In questo modo
il discorso sulla preghiera si fa molto preciso.
Corregge con forza
l'abitudine che spinge l'uomo
a stabilire cosa deve fare Dio.

Qui, questa abitudine
è letteralmente capovolta,
perché viene insegnato
all'uomo come deve comportarsi lui
quando decide
di entrare in contatto con Dio.
Soprattutto quando raggiunge Dio
in momenti drammatici della sua vita
che possono farlo annegare
dentro i vortici di una tragedia.

Con pochissime parole
viene proposto un insegnamento fantastico.
Osserva i particolari della scena.
Per salvare la loro vita,
guidati da Giosuè,
gli ebrei devono affrontare la battaglia
e gettarsi nella furia del combattimento.
Ma, Mosè, ha capito
che mentre i suoi combattono spada in mano,
lui deve innalzare le sue mani verso il cielo.

Dio ti sta ora parlando
attraverso queste parole del libro dell'Esodo?
Nello svolgersi dei fatti della tua vita,
tu quanta importanza
stai oggi normalmente dando
al fatto che tu puoi viverli
stando vicino a Dio?
Tu, vivi così?
Nella tua vita,
tu cerchi davvero di andare avanti
stando vicino a Dio?
Oppure, quando ti metti a pregare,
è come se tu fermassi la tua vita
per metterti a fare altro?
Tu hai capito fino in fondo
ciò che Dio vuole dirti
attraverso il comportamento
che Mosè ha tenuto sul monte?

A questo punto,
se si passa al Vangelo,
si fa possibile cogliere
in tutto il suo splendore
il colpo d'ala
che Gesù imprime al discorso.

Gesù parte dall'indicare
cosa, secondo Lui,
sta al centro
di quanto porta alla crisi
il rapporto con Dio.
Lo dice parlando
della "necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai".
Dunque, per Lui, il punto di crisi
sta nel fatto che è possibile
giungere a stancarsi.
Cioè è come quando si gioca a carte
e il gioco non piace più.
Si chiude e si passa a fare altro.
Alla pari, si viene avanti nella vita.
Ci si ritrova inascoltati da Dio.
Ci si ritrova allora delusi.
Pertanto, ci si stanca
e si chiude il rapporto con Lui.

Utilizzando un paragone ardito,
Gesù stana il dubbio:
Dio, ormai, appare un giudice duro,
soprattutto distratto e lontano.
Invece è il Padre
che manda il Figlio sulla terra.
Gesù viene e fa giustizia
perché fa uscire da Lui la sua vita immortale,
morendo sulla Croce,
e la riversa sulle persone.
Le fa risorgere,
in un sol colpo e una volta per tutte.

Tu hai a che fare davvero con Gesù?
Per capirlo, mettiti di fronte
alle ultime parole del Vangelo:
"Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

Pensi mai ai negri schiavi in America
che, nel momento in cui le angherie
si facevano insopportabili,
si rivolgevano a Dio
e gli dicevano:
"Non togliere la montagna che sta davanti a me,
ma dammi la forza di scalarla e di superarla"?

A chi chiede cosa è mai la preghiera,
si può rispondere
che essa è una irradiazione che esce da Dio,
raggiunge una persona
e la trasforma.
Ma è anche l'irradiazione
che emana da una persona
quando comunica con Dio.

La preghiera è il Signore che chiama
ed è l'uomo che gli risponde.
È l'uomo che va avanti a fianco di Dio,
dopo avere deciso di stare con Lui
e di non andarsene più.
È l'uomo che ama Dio
crede in Lui e, intanto, vive e agisce.
Si muove, incontra, costruisce, dona.
Sostiene e e si lascia sostenere.
Si fa flessibile, accetta e perdona.

Ma, talvolta, si ferma.
Guarda negli occhi Dio
e si mette a sentirne l'attrazione.
Ben presto il parlare dice tutto
perché parla col silenzio.
L'attrazione è colma di una unione
che cambia radicalmente la persona.

Poi, la persona ricomincia a muoversi.
Ma per lei tutto si è fatto nuovo
proprio perché è lei
a essere diventata una persona nuova.
E tutto si è fatto serio, bello e importante.
Si comincia a diventare molto attenti
a dire sì o a dire no.
Si intuisce che lo stare con Dio
è sempre molto carico di conseguenze.
Da Dio emana una luce splendida.
Chi la riceve, poi comincia a rifletterla attorno a sé.
Chi lo avvicina
si rende sempre più conto che gli stessi valori
sono in gioco anche per lui.

Così, appare sempre più chiaro
che la preghiera è cammino spirituale.
Un andare avanti, senza stancarsi.
Le ombre non fanno scordare le luci incontrate.
Talvolta fanno conoscere Dio
meglio di quanto possa succedere
quando si va avanti nella luce.
La preghiera è dunque un andare avanti,
fino in fondo al sentiero.
conservando sempre piena la fiducia in Dio.
Anche quando l'aridità non finisce mai.

Davvero da incidere in cuore
sono tre parole della seconda Lettura:
Ti scongiuro, insisti.

Prima lettura Es 17,8-13
Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.

Salmo Sal 120

Il mio aiuto viene dal Signore.

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra. R

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele. R

Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte. R

Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. R

Seconda lettura 2Tm 3,14-4,2
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

Vangelo Lc 18,1-8
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».