Il giorno del Signore nel rito romano

Anche a te Dio dice:
ascolta me e non altri.

Fermati e lasciati
purificare da Dio.

Ascolta "31^ Domenica del tempo ordinario anno B - Romano" su Spreaker.

Domenica della  31^  settimana del Tempo Ordinario
nel Rito Romano

3 novembre 2024

Quando gli autori di Deuteronomio
scrivevano le parole della prima lettura,
la vita quotidiana della gente scorreva
esattamente al contrario.
Eppure, nessuno di loro ebbe ripensamenti.
Anzi, l'infedeltà generalizzata
finiva per confermare in loro
la fede in Dio.
Loro, continuavano
a confidare nelle sue promesse.
Credevano nella sua forza invincibile.

Erano certi
che la sua misericordia
avrebbe colmato
il vuoto spirituale di molti.
Così, i loro occhi riuscivano a vedere
gente che stava vivendo esattamente
come loro stavano scrivendo.
A loro bastava
che Dio avesse detto
che avrebbe cambiato tutto.
E, loro, sapevano
che Dio lo poteva compiere
in un solo istante.

Loro avevano fede in Dio.
E questa fede
li faceva vivere ogni giorno
in modo splendido.
Praticavano il volere di Dio
con forza e con entusiasmo.
Ne cantavano la bellezza
e, insieme, ne raccomandavano a tutti
l'importanza.
Questo fatto è stato senz'altro
un miracolo fantastico
che Dio ha compiuto sulla terra.

Oggi, noi pensiamo poco a tutto ciò.
O, meglio, proprio non ci pensiamo mai.
Per questo, abbiamo
un senso molto distorto della fede.
La facciamo scioccamente consistere
in un attivismo umano
centrato sull'autostima
e unicamente preoccupato
dell'organizzazione di strutture e di eventi.
Cioè, fatale
perché fa perdere
il corretto senso di marcia
e porta lontano da Dio.

Oggi, Deuoteromio parla proprio a noi.
Proprio a noi Dio dice: "Ascolta".
Proprio a noi sopraffatti da infinite voci
e sconvolti nell'animo da assordanti rumori.

Ebbene è proprio noi
che Dio dice:
ascolta me e non altri.
Ma ascoltare è ascoltare.
È fermarsi, davvero.
In tutti i sensi.
E capire che bisogna fermarsi
e accingersi a cambiare
come Dio senz'altro indicherà di fare.
Quindi, è fermarsi.
Lasciarsi purificare da Dio,
consentendogli di trasformare
prima la coscienza e poi la vita.
In una parola, è cambiare davvero strada.

Dopodiché si riparte
dentro una vita rinnovata da Dio.

È una gioia dire se stessi
"temi il signore tuo Dio,
osservando per tutti i giorni della tua vita
tu il tuo figlio il figlio di tuo figlio
tutte le sue leggi,
tutti i suoi comandi che io ti do".

E, ancora, accende di speranza
sentire Dio dire alla coscienza:
"Ascolta Israele, bada dimettere in pratica perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele "
Intanto, mentre ci si prepara
a vivere qualche cosa di grande,
si ripetono se stessi queste altre parole:
"Ascolta Israele il signore è il nostro Dio unico è il signore tu amerai il signore tuo Dio con tutto il tuo cuore con tutta la tua anima con tutte le tue forze".

E, su tutto, domina la soddisfazione
che Dio chiuda le sue parole
con questa raccomandazione:
"Questi precetti che oggi ti do ti stiano fissi in cuore".
Non nomina il cervello.
Ma, il cuore.
Grande la fortuna di chi sa coglierne la differenza.
Il cervello è il Regno della solitudine.
Tutt'altro è il Regno del cuore.
Se il cervello produce pensieri,
il cuore genera amore.
Vale a dire, Dio non è un pensiero da pensare.
È un amore da vivere e da farsi vivere.

Lui, quando immerge nella riflessione,
subito, trasporta negli spazi dell'amore.
Lì, fa succedere l'inverosimile.

Oggi, Dio sta chiamando anche te
a entrare in questo inverosimile.
Mettiti in ascolto.
Se fai fatica
e non riesci a sentire Dio parlarti,
prova a praticare un esercizio.
Mettiti a comunicare parlando a voce.
Imparerai molti segreti
propri dell'arte di ascoltare.
Insieme, smetti di agire
facendo in fretta.
Sei chiamato a vivere,
non a battere primati.
Inoltre, smetti di respingere da te
quanto non ti piace.
Imparerai a rendere bello
ciò che è brutto.
E quando la vita ti mette nelle mani un gomitolo,
eviterai di creare nodi.

Senz'altro lo scriba del Vangelo
rivela di avere capito bene tutto ciò.
Quando viene a trovarsi di fronte a Gesù,
si mette ad ascoltarlo
Così, gli viene di dire con forza:
"Hai detto bene maestro e secondo verità che egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui. Amarlo con tutto il cuore con tutta l'intelligenza con tutta la forza amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici".
Così apre il suo cuore.
Lo fa parlare apertamente.
Da parte sua, Gesù stabilizza questo stato d'animo
e gli dice: "Non sei lontano dal Regno di Dio".
Cioè, collega il sentimenti profondi umani
alla forza di Dio
che è infinita ed eterna.

Ma, davvero fantastica, è la conclusione
cui giunge il Vangelo.
Dopo che Gesù ha affermato
quella buona notizia,
poi, più nessuno parla.
Anche Gesù si tace
Ora non c'è infatti più nulla da dire.
C'è solo da vivere e stare bene,
 ritrovando che la fede
è calma, soddisfazione.

Qui, si fa possibile scorgere
quanto lontano porta
il mettersi ad ascoltare Dio.

Oggi, la seconda lettura
lo canta in modo entusiasta.
Esalta la forza salvante di Gesù
con la voce di uno
che ha ricevuto di persona effetti splendidi.
E lo stesso si rende conto
che sta cantando un bene
che è in grado di riguardare tutto e tutti.

Certo quando si vive tutto ciò,
il leggere il Salmo odierno elettrizza.
Le sue parole riverberano
la pace provata da chi mette la sua vita
nelle mani di Dio
e non se ne pente, mai.
Per sempre.

 

Prima lettura Dt 6,2-6
Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».

Salmo Sal 17

Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.    

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

Seconda lettura Eb 7,23-28
Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso.
La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.

Vangelo Mc 12,28-34
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.